sabato 21 maggio 2016

Mazzè (3T)

MAZZE’

L’origine di Mazze’ e’ antichissima, probabilmente da far risalire ai primi stanziamenti che i Liguri crearono sulle loro strade di transumanza, nel X sec. A.C., poste solitamente vicino ai fiumi. La pianura che sorge tra la cordonatura morenica esistente tra Mazze’ ed Ivrea a quel tempo era probabilmente occupata da una sorta di palude che gli autoctoni Liguri ed i successivi invasori Celti bonificarono, allo scopo di ricavare terreni atti all’agricoltura. Reperti notevoli di questo periodo sono la stele funeraria datata dalla Sovrintendenza Archeologica del Piemonte al VI sec. A.C. e l’ara incisa visibile nel luogo in cui la stele e’ stata esposta al pubblico (Mazze’ nel giardino di Piazza della Repubblica. L’etimologia del nome di Mazze’, secondo gli ultimi ritrovamenti, deriverebbe dal nome della dea celtica Mattiaca, meglio da noi conosciuta come Morgana, in quanto si presuppone che a Mazze’ esistesse un centro di culto a lei dedicato.
In questo periodo e’ di notevole interesse la leggenda che ricorda i lavori di bonifica della palude culminati in una tragedia che coinvolse tutto il popolo di Mazze’. Si narra, difatti, che la leggendaria reginaYpa avesse ordinato di rompere gli argini trattenenti le acque, per una disillusione d’amore, facendo cosi’ sommergere tutto l’abitato.
Nel III sec. A.C. l’espansionismo romano incomincia ad interessare il Canavese e naturalmente anche Mazze’. Nel 143 A.C. il console romano Appio Claudio Pulcro con il suo esercito invade, con motivi pretestuosi, i territori dei Salassi, popolazione creatasi dalla fusione tra gli autoctoni Liguri ed i Celti. I romani vengono sconfitti lo stesso anno presso Verolengo ma successivamente riprendono l’offensiva ed a loro volta sconfiggono i Salassi di pianura tra Mazze’ e Vische. Nel 100 A.C. il console romano Caio Mario dopo aver debellato i Teutoni, fonda, con l’aiuto dei Salassi canavesani, Ivrea, a difesa della strada delle Gallie. Nel 22 A.C. il console Varrone sconfigge definitivamente i Salassi della Valle d’Aosta vendendo i superstiti come schiavi. Tutto il Canavese, compresa quindi Mazze’, viene centuriato ed i poderi assegnati ai veterani. La fusione di questi con i Salassi dara’ origine ai nostri progenitori.
Probabilmente a quel tempo nel territorio di Mazze’ esistevano due insediamenti romani: il primo in regione San Pietro ed il secondo in Regione San Lorenzo, come testimoniato dalla lapide funeraria di epoca imperiale ritrovata nella chiesetta di San Lorenzo ed attualmente locata nella chiesa parrocchiale. Per quanto concerne, invece, la regione San Pietro dell’insediamento fanno fede i reperti recentemente sistemati a cura del Comune di Mazze’ e della Associazione culturale "F. Mondino" in una bacheca sita presso la sala consiliare.
Con le invasioni barbariche tutto il tessuto sociale viene sconvolto. La gente, per cercare riparo, abbandona i siti romani per trasferirsi sul cucuzzolo della collina piu’ alta, facilmente difendibile. Purtroppo in questa migrazione gli edifici e le strade esistenti vengono smantellati per costruire nuove abitazioni. Notevole, in questo periodo, e’ il transito per Mazze’ della strada militare romana conducente dal presidio di Quadrata presso Verolengo, ad Ivrea, pattugliata da mercenari Sarmati agli ordini di un prefetto Romano. Si ritiene interessante ricordare che i Sarmati erano barbari originari della Russia, sconfitti e fatti prigionieri dall’imperatore Costantino nel 337 D.C., dopo che avevano attraversato il Danubio e invaso l’impero.
Con l’avvento dei Longobardi prima, dei Franchi poi, la societa’ canavesana assume una struttura di tipo germanico ed il potere viene preso, di fatto, da famiglie nobili franche. Un membro della famiglia Valperga nel 1110 diventa conte di Mazzè. Le vicende di questa famiglia seguiranno quelle del popolo di Mazzè per i successivi otto secoli. Nel medioevo i signori di Mazzè ed il suo popolo sono prima guelfi e poi ghibellini, ma, in ogni caso, sempre contrari ai Savoia. Figura preminente di questo periodo è Giorgio dei Conti di Valperga Signore di Mazzè, generale e consigliere dell’Imperatore Sigismondo, al tempo delle guerre in Boemia contro gli Hussiti.
Nei secoli seguenti Mazzè partecipa alle vicende del ducato di Savoia prima, Regno di Sardegna poi, venendo invasa nel XVI secolo dai Francesi e in seguito dagli Spagnoli. Nel XVIII secolo, sia per venire incontro all’aumento della popolazione e sia sull’onda delle ventate riformiste francesi, la comunità di Mazzè decide di captare, a sue spese, una roggia dal canale di Caluso allo scopo di irrigare i territori della pianura.
Questo fatto provocherà un parziale abbandono del ricetto esistente attorno al Castello per stabilirsi sul piano e lo sviluppo di Tonengo, favorendo l’immigrazione di vari nuclei familiari, probabilmente dall’astigiano. La costruzione della roggia darà luogo a varie controversie con il Conte Valperga contemporaneo, vicende che sfoceranno, già al tempo della rivoluzione francese, nella costruzione di un mulino, in frazione Casale, in spregio ai diritti feudali del Conte. Nel XIX sec. sciaguratamente il ricetto fortificato viene quasi interamente distrutto per far posto ai Palazzi nobiliari attualmente ancora visibili. Allo scadere della prima meta’ del secolo muore l’ultimo dei Conti Valperga, senza lasciare eredi.
Il castello, ridotto quasi ad un rudere, viene, dopo varie vicissitudini, acquistato dalla famiglia dei conti Brunetta d’Usseaux, nobili francesi da sempre al servizio dei Savoia. Fortunatamente il figlio di uno degli acquirenti, il conte Eugenio Brunetta d’Usseaux, sposa una nobildonna russa parente dello zar Nicola II, rimanendo pero’ purtroppo vedovo in giovane eta’ e padre di quattro figli. Con le ingentissime sostanze ereditate dalla moglie il conte procede al riattamento del castello trasformandolo in un edificio neo – gotico, come si presenta tutt’oggi. Nel XX sec., dopo la tragica morte del conte Eugenio, avvenuta nel 1919, per il castello inizia un periodo di decadenza e non bastano le visite di Mussolini e del Principe di Piemonte per risollevarne le sorti.
Attualmente il maniero e’ di proprieta’ della famiglia Salino, la quale ha provveduto ad ingenti opere di restauro. Dopo un lento decremento demografico, negli ultimi decenni la popolazione di Mazze’ e’ andata crescendo, grazie anche ad una discreta immigrazione, raggiungendo quasi la soglia dei 4000 abitanti, impiegati per lo piu’ nell’industria e nel terziario. Il primo sindaco del Comune, di nomina reale, e’ stato il Cav. Carlo Birago; dal 2004 e’ a capo dell’Amministrazione il dott. Comerro, eletto dal popolo.






REGINA YPA

La configurazione del Canavese, cosi come oggi noi lo conosciamo, è dovuta al
deflusso delle acque del mitico gran lago canavesano attraverso la forra di
Mazzè.
La decisione di Ypa, leggendaria regina dei Salassi, di tagliare la collina
morenica più lunga d'Europa non fu certamente dettata solo dal desiderio di
bonificare terre vergini, ma dalla consapevolezza che il nuovo corso della Dora
Baltea avrebbe creato un confine, una sorta di termine tra la sua gente e quella
della pianura vercellese, favorendo la nascita di una cultura autonoma.
La leggenda narra ancora, che la regina Ypa, una strega misteriosa e perversa
si servì delle sue arti e dei suoi poteri per commettere nefasti e infami
crimini.
Si racconta infatti che si fosse innamorata di un suo schiavo , e che, per
disfarsene, abbia perpetrato un progetto diabolico
Ordinò ai suoi servi, governati dall'innamorato, di tagliare la rocca di Mazzè
e di scavare il nuovo letto della Dora.
Quando i lavori furono pressochè ultimati , fece rompere improvvisamente gli
argini e le dighe, che a monte continuavano a mantenere le acque nel loro antico
letto, deviando il fiume verso Mazzè.
Gli schiavi tra i quali c'era l'amante furono colti inaspettatamente dal
traboccare delle acque che scendevano con i mpeto violento e, travolti e
sommersi dalla corrente, vi trovarono la morte.
Pare tuttavia, che la regina Ypa poco abbia goduto del suo sogno, perché
Giove, accortosi della scomparsa del lago, volle punirla, e la condannò ad
errare perennemente entro i confini del suo regno, divenuto per lei un luogo
tenebroso, costringendola a fare ammenda della sua rivolta con una lunga
espiazione.
Al tempo in cui i romani si spinsero in questa regione, pare che vi fossero
delle terre non completamente asciutte.
Lo starebbero a dimostrare le strade da essi costruite, poste tutte ad una
certa altura, incastrate sui fianchi elevati dei monti e delle colline.

DOLCI TIPICI TONENGHESI:
Tonengo è una Frazione del Comune Mazzè ed è situato nel Canavese in Piemonte, vicino a Caluso. Particolare è la sua chiesa e i suoi vicoli che ospitano antichi ricordi. La Pasticceria Scavarda sta in punto rialzato rispetto la Chiesa, e si sta impegnando a valorizzare le tante risorse alimentari, faunistiche e architettoniche presenti sul suo territorio. Caratteristico è il Canastrello, un dolce tipico tonenghese, e la Sagra dei Canestrelli si svolge a Luglio. La prodotti Artigianali di Scavarda è specializzata nella produzione, confezionamento e distribuzione proprio dei dolci tipici canavesani: Canestrelli Tonenghesi e Paste di Meliga.
I Canestrelli, dolci entrati nel Paniere dei Prodotti Tipici della Provincia di Torino, sono realizzati a mano, con una ricetta custodita gelosamente da generazioni, cotti su ferri a forma di grandi pinze e lasciati poi raffreddare in cesti di vimini.
Proprio da questi cesti (canestri) prendono il nome questi dolci, preparati in grandi quantità dalle famiglie contadine per celebrare gli avvenimenti più importanti, come matrimoni, battesimi, l’uccisione autunnale del maiale e la Pasqua.











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