MAZZE’
L’origine
di Mazze’ e’ antichissima, probabilmente da far risalire ai primi
stanziamenti che i Liguri crearono sulle loro strade di transumanza,
nel X sec. A.C., poste solitamente vicino ai fiumi. La pianura che
sorge tra la cordonatura morenica esistente tra Mazze’ ed Ivrea a
quel tempo era probabilmente occupata da una sorta di palude che gli
autoctoni Liguri ed i successivi invasori Celti bonificarono, allo
scopo di ricavare terreni atti all’agricoltura. Reperti notevoli di
questo periodo sono la stele funeraria datata dalla Sovrintendenza
Archeologica del Piemonte al VI sec. A.C. e l’ara incisa visibile
nel luogo in cui la stele e’ stata esposta al pubblico (Mazze’
nel giardino di Piazza della Repubblica. L’etimologia del nome di
Mazze’, secondo gli ultimi ritrovamenti, deriverebbe dal nome della
dea celtica Mattiaca, meglio da noi conosciuta come Morgana, in
quanto si presuppone che a Mazze’ esistesse un centro di culto a
lei dedicato.
In
questo periodo e’ di notevole interesse la leggenda che ricorda i
lavori di bonifica della palude culminati in una tragedia che
coinvolse tutto il popolo di Mazze’. Si narra, difatti, che la
leggendaria reginaYpa avesse ordinato di rompere gli argini
trattenenti le acque, per una disillusione d’amore, facendo cosi’
sommergere tutto l’abitato.
Nel
III sec. A.C. l’espansionismo romano incomincia ad interessare il
Canavese e naturalmente anche Mazze’. Nel 143 A.C. il console
romano Appio Claudio Pulcro con il suo esercito invade, con motivi
pretestuosi, i territori dei Salassi, popolazione creatasi dalla
fusione tra gli autoctoni Liguri ed i Celti. I romani vengono
sconfitti lo stesso anno presso Verolengo ma successivamente
riprendono l’offensiva ed a loro volta sconfiggono i Salassi di
pianura tra Mazze’ e Vische. Nel 100 A.C. il console romano Caio
Mario dopo aver debellato i Teutoni, fonda, con l’aiuto dei Salassi
canavesani, Ivrea, a difesa della strada delle Gallie. Nel 22 A.C. il
console Varrone sconfigge definitivamente i Salassi della Valle
d’Aosta vendendo i superstiti come schiavi. Tutto il Canavese,
compresa quindi Mazze’, viene centuriato ed i poderi assegnati ai
veterani. La fusione di questi con i Salassi dara’ origine ai
nostri progenitori.
Probabilmente
a quel tempo nel territorio di Mazze’ esistevano due insediamenti
romani: il primo in regione San Pietro ed il secondo in Regione San
Lorenzo, come testimoniato dalla lapide funeraria di epoca imperiale
ritrovata nella chiesetta di San Lorenzo ed attualmente locata nella
chiesa parrocchiale. Per quanto concerne, invece, la regione San
Pietro dell’insediamento fanno fede i reperti recentemente
sistemati a cura del Comune di Mazze’ e della Associazione
culturale "F. Mondino" in una bacheca sita presso la sala
consiliare.
Con
le invasioni barbariche tutto il tessuto sociale viene sconvolto. La
gente, per cercare riparo, abbandona i siti romani per trasferirsi
sul cucuzzolo della collina piu’ alta, facilmente difendibile.
Purtroppo in questa migrazione gli edifici e le strade esistenti
vengono smantellati per costruire nuove abitazioni. Notevole, in
questo periodo, e’ il transito per Mazze’ della strada militare
romana conducente dal presidio di Quadrata presso Verolengo, ad
Ivrea, pattugliata da mercenari Sarmati agli ordini di un prefetto
Romano. Si ritiene interessante ricordare che i Sarmati erano barbari
originari della Russia, sconfitti e fatti prigionieri dall’imperatore
Costantino nel 337 D.C., dopo che avevano attraversato il Danubio e
invaso l’impero.
Con
l’avvento dei Longobardi prima, dei Franchi poi, la societa’
canavesana assume una struttura di tipo germanico ed il potere viene
preso, di fatto, da famiglie nobili franche. Un membro della famiglia
Valperga nel 1110 diventa conte di Mazzè. Le vicende di questa
famiglia seguiranno quelle del popolo di Mazzè per i successivi otto
secoli. Nel medioevo i signori di Mazzè ed il suo popolo sono prima
guelfi e poi ghibellini, ma, in ogni caso, sempre contrari ai Savoia.
Figura preminente di questo periodo è Giorgio dei Conti di Valperga
Signore di Mazzè, generale e consigliere dell’Imperatore
Sigismondo, al tempo delle guerre in Boemia contro gli Hussiti.
Nei
secoli seguenti Mazzè partecipa alle vicende del ducato di Savoia
prima, Regno di Sardegna poi, venendo invasa nel XVI secolo dai
Francesi e in seguito dagli Spagnoli. Nel XVIII secolo, sia per
venire incontro all’aumento della popolazione e sia sull’onda
delle ventate riformiste francesi, la comunità di Mazzè decide di
captare, a sue spese, una roggia dal canale di Caluso allo scopo di
irrigare i territori della pianura.
Questo
fatto provocherà un parziale abbandono del ricetto esistente attorno
al Castello per stabilirsi sul piano e lo sviluppo di Tonengo,
favorendo l’immigrazione di vari nuclei familiari, probabilmente
dall’astigiano. La costruzione della roggia darà luogo a varie
controversie con il Conte Valperga contemporaneo, vicende che
sfoceranno, già al tempo della rivoluzione francese, nella
costruzione di un mulino, in frazione Casale, in spregio ai diritti
feudali del Conte. Nel XIX sec. sciaguratamente il ricetto
fortificato viene quasi interamente distrutto per far posto ai
Palazzi nobiliari attualmente ancora visibili. Allo scadere della
prima meta’ del secolo muore l’ultimo dei Conti Valperga, senza
lasciare eredi.
Il
castello, ridotto quasi ad un rudere, viene, dopo varie
vicissitudini, acquistato dalla famiglia dei conti Brunetta
d’Usseaux, nobili francesi da sempre al servizio dei Savoia.
Fortunatamente il figlio di uno degli acquirenti, il conte Eugenio
Brunetta d’Usseaux, sposa una nobildonna russa parente dello zar
Nicola II, rimanendo pero’ purtroppo vedovo in giovane eta’ e
padre di quattro figli. Con le ingentissime sostanze ereditate dalla
moglie il conte procede al riattamento del castello trasformandolo in
un edificio neo – gotico, come si presenta tutt’oggi. Nel XX
sec., dopo la tragica morte del conte Eugenio, avvenuta nel 1919, per
il castello inizia un periodo di decadenza e non bastano le visite di
Mussolini e del Principe di Piemonte per risollevarne le sorti.
Attualmente
il maniero e’ di proprieta’ della famiglia Salino, la quale ha
provveduto ad ingenti opere di restauro. Dopo un lento decremento
demografico, negli ultimi decenni la popolazione di Mazze’ e’
andata crescendo, grazie anche ad una discreta immigrazione,
raggiungendo quasi la soglia dei 4000 abitanti, impiegati per lo piu’
nell’industria e nel terziario. Il primo sindaco del Comune, di
nomina reale, e’ stato il Cav. Carlo Birago; dal 2004 e’ a capo
dell’Amministrazione il dott. Comerro, eletto dal popolo.
REGINA
YPA
La
configurazione del Canavese, cosi come oggi noi lo conosciamo, è
dovuta al
deflusso
delle acque del mitico gran lago canavesano attraverso la forra di
Mazzè.
La
decisione di Ypa, leggendaria regina dei Salassi, di tagliare la
collina
morenica
più lunga d'Europa non fu certamente dettata solo dal desiderio di
bonificare
terre vergini, ma dalla consapevolezza che il nuovo corso della Dora
Baltea
avrebbe creato un confine, una sorta di termine tra la sua gente e
quella
della
pianura vercellese, favorendo la nascita di una cultura autonoma.
La
leggenda narra ancora, che la regina Ypa, una strega misteriosa e
perversa
si
servì delle sue arti e dei suoi poteri per commettere nefasti e
infami
crimini.
Si
racconta infatti che si fosse innamorata di un suo schiavo , e che,
per
disfarsene,
abbia perpetrato un progetto diabolico
Ordinò
ai suoi servi, governati dall'innamorato, di tagliare la rocca di
Mazzè
e
di scavare il nuovo letto della Dora.
Quando
i lavori furono pressochè ultimati , fece rompere improvvisamente
gli
argini
e le dighe, che a monte continuavano a mantenere le acque nel loro
antico
letto,
deviando il fiume verso Mazzè.
Gli
schiavi tra i quali c'era l'amante furono colti inaspettatamente dal
traboccare
delle acque che scendevano con i mpeto violento e, travolti e
sommersi
dalla corrente, vi trovarono la morte.
Pare
tuttavia, che la regina Ypa poco abbia goduto del suo sogno, perché
Giove,
accortosi della scomparsa del lago, volle punirla, e la condannò ad
errare
perennemente entro i confini del suo regno, divenuto per lei un luogo
tenebroso,
costringendola a fare ammenda della sua rivolta con una lunga
espiazione.
Al
tempo in cui i romani si spinsero in questa regione, pare che vi
fossero
delle
terre non completamente asciutte.
Lo
starebbero a dimostrare le strade da essi costruite, poste tutte ad
una
certa
altura, incastrate sui fianchi elevati dei monti e delle colline.
DOLCI
TIPICI TONENGHESI:
Tonengo
è una Frazione del Comune Mazzè ed è situato nel Canavese in
Piemonte, vicino a Caluso. Particolare è la sua chiesa e i suoi
vicoli che ospitano antichi ricordi. La Pasticceria Scavarda sta in
punto rialzato rispetto la Chiesa, e si sta impegnando a valorizzare
le tante risorse alimentari, faunistiche e architettoniche presenti
sul suo territorio. Caratteristico è il Canastrello, un dolce tipico
tonenghese, e la Sagra dei Canestrelli si svolge a Luglio. La
prodotti Artigianali di Scavarda è specializzata nella produzione,
confezionamento e distribuzione proprio dei dolci tipici canavesani:
Canestrelli Tonenghesi e Paste di Meliga.
I
Canestrelli, dolci entrati nel Paniere dei Prodotti Tipici della
Provincia di Torino, sono realizzati a mano, con una ricetta
custodita gelosamente da generazioni, cotti su ferri a forma di
grandi pinze e lasciati poi raffreddare in cesti di vimini.
Proprio
da questi cesti (canestri) prendono il nome questi dolci, preparati
in grandi quantità dalle famiglie contadine per celebrare gli
avvenimenti più importanti, come matrimoni, battesimi, l’uccisione
autunnale del maiale e la Pasqua.
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