venerdì 22 aprile 2016

Cuorgnè (3T)


 Manifattura

Importante esempio di archeologia industriale è la "Manifattura cuorgnatese", un grosso complesso industriale per la lavorazione del cotone che sorge tra il centro abitato di Cuorgnè e il torrente Orco. I lavori per la costruzione della Manifattura iniziarono nel 1872 su progetto dell'ing. Adolf Mauke di Napoli, e terminarono nel giugno 1874. Il progetto è caratteristico perché per la prima volta in edifici destinati a questo tipo di lavorazioni viene concepita una struttura verticale: all'epoca, non esistendo ancora la corrente elettrica, tutta la forza motrice delle macchine era fornita da ruote idrauliche per cui era più agevole disporre gli impianti su strutture orizzontali. Qui invece abbiamo un asse rotante principale orizzontale nelle fondamenta che rinvia il moto ai piani sovrastanti con assi verticali e pulegge. Terminato il primo impianto, si diede inizio alla costruzione di un secondo impianto con relativa filatura, completando la caratteristica struttura ad U con un corpo centrale e due ali laterali. La Manifattura di Cuorgnè divenne il maggior complesso piemontese per la lavorazione del cotone ed uno dei principali d'Italia con i suoi 1300 dipendenti ed una produzione di altissima qualità su tutte le gamme dei filati da meritarsi i più importanti riconoscimenti internazionali. All'inizio del 1900 la Manifattura è la maggiore industria dell'Alto Canavese con rilevanti investimenti anche nel campo sociale come un quartiere operaio, la mensa, lo spaccio, un convitto femminile e una casa di riposo per anziani, oltre alle ville per i dirigenti una delle quali recentemente adattata a centro anziani comunale. Nel 1939 viene inaugurato un nuovo edificio di tre piani, il terzo impianto, prolungato nel 1949-50 fino a raggiungere una lunghezza complessiva di 140 metri. La recente crisi della lavorazione del cotone viene, nel caso di Cuorgnè, aggravata da passaggi a compagnie finanziarie che conducono alla chiusura degli impianti alla fine del 1991. L'impianto ottocentesco è stato oggetto di recupero da parte del Comune che nel 1997 è riuscito ad acquistarlo per avviare successivamente dei lavori di restauro e valorizzazione dell'impianto. L'ultimazione dell'attività di recupero offre oggi alcune possibilità di rifondazione e rilancio degli spazi del complesso, dove ora trovano spazio la sede del Museo archeologico di Cuorgnè, alcune sale espositive per convegni e fiere e gli uffici del Centro per l'impiego della Provincia. 
 
                                                                                  CASA DI RE ARDUINO















La casa detta "di re Arduino" presenta 
un portico sotto il quale si affacciano alcune botteghe. Risale al secolo XV e, probabilmente, venne fatta costruire dal conte Arduino Valperga di Mercenasco. Di qui, l'equivoco dell'attribuzione ad Arduino, marchese d'Ivrea e re d'Italia (inizio XI secolo), dal quale i Valperga pretendevano di discendere e del quale si tramandavano il nome in famiglia.
 
Attualmente l'edificio, recentemente restaurato, è riservato parte ad abitazione privata e parte a spazio espositivo. I capitelli delle colonne in facciata si presentano consunti, mentre la parte in laterizio è ben conservata.

 
Nel Borgo Medievale di Torino la cosiddetta "Casa di Cuorgnè" riproduce diversi modelli: tra questi la casa di re Arduino, dalla quale venne tratto soltanto il portico con le botteghe.

Nessun commento:

Posta un commento