venerdì 29 aprile 2016

Vestignè (3T)

Vestigne
Vestigne è un comune italiano di 829 abitanti della provincia di Torino in Piemonte.
Questo piccolo borgo si trova nel basso Canavese centro-orientale, nella parte sud della collina del Castello di Masino (sotto il comune di Caravino) con il quale confina a nord. A ovest, confina invece con Ivrea,Strambino e Vische,separati dal fiume Dora Baltea.
A sud ed est, confina con Borgomasino e Cossano Canavese
Il piccolo borgo fu spesso colpito dalle numerose esondazioni della vicina Dora Baltea, specialmente nei pressi di Tina (frazione di Vestignè),situata molto più a nord del comune, lungo la strada per Ivrea. 
Da vedere a Vestignè:

-La Torre Civica:il più alto campanile del Canavese. 
Rifatta nell’Ottocento in stile neoclassico, ad opera di Andrea Cattaneo.


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Parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Germano.L’antica parrocchiale fu completamente riedificata in stile neoclassico nel 1860; i lavori furono eseguiti da Giovanni Larghi e dal Melchioni.

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Palazzo Comunale 
Ottocentesco rifacimento opera di Germano Julio.

-Chiesa di San Rocco:
Costruita da Modesto Perini, dopo il colera del 1854.

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Cascina Valperga
Si tratta di un’interessante dimora signorile di gusto tardobarocco piemontese che fu costruita inglobando l’antica casamatta che conserva interessnte affreschi del XVI secolo.

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Casa della Cella:
Si tratta dei ruderi di un’antico monastero dell’XI secolo, eretto in prossimità del primo castrum romano.


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Santuario di Santa Maria degli Angeli:
A Povigliano, eretto nel 1744.

Curiosità
La festa patronale è quella di San.Germano che viene festeggiata dai vestignesi (abitanti di Vestignè) la prima domenica di settembre.

mercoledì 27 aprile 2016

Dal castello di Lessolo al castello d'Ivrea (3U)

DAL CASTELLO DI LESSOLO AL CASTELLO D'IVREA







IL PERCORSO....





INIZIAMO….


v  Il CASTELLO di LESSOLO: secolo XIV, attualmente è abitato dalla famiglia Cagnis di Torino, essi vengono qui per passare alcuni mesi durante il periodo estivo. Però il castello può essere visitato chiedendo autorizzazione al comune.




v  CAPPELLA di SAN GIUSEPPE: costruita tra il 1640 e il 1650, sorse per volontà del conte Cagnis di cui la famiglia è proprietaria . Essa fu restaurata nel 1804.

v  CAPPELLA di SAN ROCCO: fu costruita nel 1500, non è mai stata privata, ma è sempre stata appartenuta alla comunità. L’ultima restaurazione è avvenuta nel 1978.


v  Argine di Fiorano: ha la funzione di proteggere il comune di Fiorano e definisce l’area di Fiorano con quello di Salerano. Questa è detta area dell’Incile.



v  Argine di Banchette


v  Castello di Banchette: fu costruito nel XII e fu stazione fortificata dei Romani. Anche questo è privato, con il nuovo proprietario esso è stato aperto al pubblico con una visita guidata del castello.


v  Piazza Maretta: piazza che viene conosciuta anche come la piazza dei fagioli.  Intorno a essa vi furono costruiti quartieri ora molto antichi.
v  Chiesa San Domenico

v  Municipio d’Ivrea




v  Duomo Ivrea: dedicata a Santa Maria Assunta, I secolo.




v  CASTELLO di IVREA: fu costruito nel 1358 per volere di Amedeo VI di Savoia. Il castello, proprietà dello Stato, è oggi in concessione al Comune che alcune occasioni aperta al pubblico.

venerdì 22 aprile 2016

Romano Canavese (3T)

                                                                ROMANO CANAVESE
STORIA DI ROMANO CANAVESE
Secondo storici locali, Romano Canavese è sorto come castra (accampamento militare romano) nel 143 a.C., durante la guerra combattuta dai Romani contro la popolazione celto ligure dei Salassi. A ricordo di questa antica origine, vi sono ancora tracce della centuriazione romana nella campagna a sud del paese ed il tracciato del cardo e del decumano nell'intersezione delle vie che collegano il centro abitato con i paesi limitrofi.
Durante l'Alto Medioevo Romano dovette avere una certa importanza, se è vero che Carlo Magno tenne sotto le mura del borgo uno dei suoi Campi di Maggio. Testimonianze importanti della comunità romanese si hanno intorno al Mille, quando il territorio era feudo del Vescovo di Ivrea; bisogna ricordare che a quei tempi gran parte degli insediamenti dell'Anfiteatro morenico di Ivrea non esistevano ancora.
Nel XIV° secolo anche Romano fu coinvolto nella Rivolta dei Tuchini, un moto di ribellione ad opera dei contadini angariati dai nobili che viene ricordato anche nello storico Carnevale di Ivrea. Durante queste drammatiche vicende il castello venne distrutto e rimase intatta una sola torre, tuttora simbolo del paese. Per tutto il basso Medioevo la giurisdizione del territorio di Romano fu motivo di contrasto tra il vescovo di Ivrea e i Savoia. Alcune tra le famiglie nobili più potenti erano gli Orengiano e i conti di San Martino.
Nel XVI secolo Romano e i suoi abitanti furono coinvolti negli scontri tra le armate spagnole e francesi; è di questa epoca la descrizione del paese come una fortezza imprendibile munita di torri e ponti levatoi e difesa da mura e fossati.
Romano tornò ad avere un momento di gloria nel 1800 al tempo della Battaglia del Chiusella in cui emerse la figura del romanese Giacomo Pavetti, generale di Napoleone. Lo scontro tra l'esercito napoleonico e gli Austro Piemontesi presso il torrente Chiusella fu immortalato in un interessante dipinto conservato nel Museo di Versailles.
Di quest'epoca rimane nel territorio del Comune il vecchio ponte posto lungo l'antica direttrice stradale che univa Aosta con Torino.
Romano conserva ancora oggi preziose testimonianze della storia passata: l'imponente torre del castello, il recetto, chiese e palazzotti nobiliari, il centro storico; con i boschi e i vigneti della collina morenica esse fanno del paese un angolo stupendo del Vecchio Canavese.



COMUNE 



TORRE
 La Torre, che si trova isolata su una collina morenica, è il simbolo di Romano Canavese.
Risale al XIII secolo; è menzionata negli statuti di Romano del 1315: dalla torre venivano chiamati "con grida" gli uomini del borgo, in caso di pericolo.
Misura 5,50 x 5,40 metri alla base;l'altezza è di 27 metri circa. In origine la torre era dotata di merli ed era alta circa 25 metri. In un dipinto databile attorno al 1800, si può vedere la struttura originaria, prima che venisse costruita la cella campanaria; il bastimento non ha subito rimaneggiamenti.
La torre è costruita in mattoni e non presenta decorazioni. I muri hanno lo spessore di 1,60 metri alla base e sono composti da un paramento esterno e da uno interno, spessi 20-25 cm ciascuno; la cavità interna è riempita con sassi e pezzi di mattone, misti a malta.
La porta antica d'accesso è attualmente a sei metri dal piano di campagna; per accedervi doveva essere usata una scala di legno o di corda, rimovibile in caso di pericolo.
Nella parete verso ovest la torre presenta una profonda fenditura, provocata da un fulmine il 5 maggio 1890. 

CHIESA
La Chiesa di Santa Marta si trova all'interno del ricetto ed è adiacente alla torre porta sud.
Fino al 1843 era l'antica parrocchiale del borgo, intitolata a San Pietro. Dopo la costruzione della nuova chiesa parrocchiale, assunse il titolo di Santa Marta, ad uso dell'omonima confraternita.
La chiesa di San Pietro viene menzionata per la prima volta in documenti risalenti all'inizio del 1200.
Le sue origini sono romaniche, ma l'assetto attuale risale per la maggior parte all'epoca barocca. La struttura originaria venne ampliata, inglobando parti della cinta muraria dell'antico ricetto e addossando la chiesa alla torre porta a sud, di cui la parte più antica fu sopraelevata e utilizzata come campanile, poi crollato.
Il piccolo campanile attuale a forma triangolare risale all'epoca barocca. La chiesa presenta tre navate irregolari di ampiezza disuguale, chiuse da un abside rettangoare; il presbiterio è affincato da due locali, adibiti a sacrestie.

 

MERENDA SINOIRA
A Casa Del Conte è un piccolo locale in un contesto suggestivo dove ti potrai ritrovare non solo per pranzo e cena ma anche per colazioni e merende sfiziose.
La cosa più interessante è proprio questa merenda chiamata ‘sinoira’

La “marenda sinoira” è un piccolo pasto (freddo) frugale ma sostanzioso fatto alcune ore prima di cena e che funge quasi da cena. "Sinoira" infatti deriva da "sin-a" che in dialetto piemontese significa cena.
Diffusa, un tempo, soprattutto fra le famiglie contadine, si svolgeva intorno alle ore 17 ed aveva lo scopo di ridare energia dopo i faticosi lavori del primo pomeriggio e prima di affrontare i lavori serali legati alla terra ed alla stalla che si protraevano sino al calar del buio. La cena, verso le 21, di con¬seguenza, era piuttosto leggera: pane e latte o minestra di ver¬dura o panata ed eventualmente un pezzo di formaggio.
Interessante è la definizione di merenda che appare sul vocabola¬rio-dizionario piemontese-italiano Sant'Albino del 1859: "Il man¬giare fra il desinare e la cena - San Giusep a porta la marenda ant el fassolet, San Michel a porta la marenda an ciel - L'usanza fra i contadini, concede la merenda soltanto da San Giuseppe a fine Settembre (San Michele)”.
La "marenda ant el fassolet" significa che originariamente essa veniva portata nel campo in un fazzoletto (tovagliolo) e di con¬seguenza consumata all'aperto. Per dirla nel linguaggio moderno, era un "break" (a base di pane, formaggio e salumi) per corroborarsi, il quale, si svolgeva solamente nel periodo di massimo lavoro (dalla primavera all'inizio dell'autun¬no) che coincideva anche al periodo in cui le ore di luce erano maggiori e di conseguenza le giornate lavorative più lunghe.
Più ricca e più varia era invece la "marenda sinoira" consumata in casa al termine di un lavoro importante a cui, oltre ai componenti della famiglia offerente, partecipavano tutte le persone che avevano contribuito alla conclusione del la¬voro.

Moncrivello (3T)

AL ME CIT E GRAND PAIS..MUNCRAVEL


Moncrivello si trova sulle colline di Sud Est dell'anfiteatro morenico della Serra,alla periferia occidentale del Vercellese e al confine del suo territorio scorre la Dora Baltea.
Per la sua posizione sullo sparti acque stra il Vercellese e il Canavese, offre un bellissimo paesaggio a giro completo d'orizzonte che comprende Novara, Vercelli,il Monferrato,Superga e Ivrea.
La collina Moncrivellese si trova un collocamento naturale molte specie legnose di Querce,frassini,betulle,castagno di buona produttività.
Le due specie più prevalenti,sono la robinia e il castagno,una e molto buona da usare come legno da ardere,l'altra fu introdotta dall'uomo e usata anche come alimentazione.
La presenza di Acacia sulla collina,favorisce la produzione di un prelibato Miele,anche il castagno e i numerosi alberi da frutto,come per esempio:
-ciliegie
-pere
-mele
-albicocche
Molto pregiate sono anche le viti,e il loro vino,come per esempio il Passito di Moncrivello,viene prodotto con metodi antichi da aziende a conduzione famigliare in piccole quantità e quindi non si trova in commercio.
Molti sentieri si avventurano tra le colline moncrivellesi,tra campi,vigneti e boschi.
Parlando di sentieri,introduciamo un piccolo percorso,messo in moto in questi ultimi anni,e gia in funzione, il 'SENTIERO DELLE PIETRE BIANCHE'.
Il Sentiero delle Pietre Bianche si compone di 3 anelli principali e di una variante che attraversa il Parco Naturale del Lago di Candia, nella totalità percorribili a piedi, in mountain bike o a cavallo:
    Anello "Base" di circa 27 km;
  • Anello "Montalenghe" di circa 7 km;
  • Anello "Villareggia" di circa 17 km;
  • Variante "Parco Lago di Candia" di circa 4 km. 
    Nel complesso tocca il territorio dei Comuni di Barone C.se, Caluso, Candia C.se, Mazzè, Montalenghe, Orio C.se, Villareggia e Vische con un itinerario che in alcuni tratti ripercorre il tracciato dell'Alta Via dell'Anfiteatro Morenico di Ivrea. La via da seguire è accuratamente indicata dall'apposita segnaletica verticale e orizzontale predisposta e posizionata con cura alle associazioni e dai cittadini volontari che hanno partecipato alle giornate di "posa pali" organizzate nel corso degli ultimi due anni. Alla presente segnaletica (rispondente alla normativa regionale) si affiancano le note "pietre bianche"vero simbolo identificativo dell'intero itinerario che, posizionate lungo il tracciato, ne garantiscono la necessaria continuità offrendo unicità e visibilità ai percorsi.
Il Lago Lanucio.
E' un piccolo laghetto di origine morenica, è il luogo dei pescatori di moncrivello.
Da sempre i moncrivellesi hanno goduto di questa diritto di pesca,ma da pochi anni hanno costutuito un'associazione di pesca aperta a tutti.
Durante l'estate il laghetto è ricoperto da un'alga infestante che limita la zona di pesca; è in corso una lotta biologica con la Carpa Amur che se ne alimenta.
In questo laghetto oltre agli abitanti sott'acqua ci sono anche abitanti terrestri come il Germano Reale,l'Airone Cenerino.
Gli stagni invece,sono territori molto paludosi,quindi ci possono vivere uccelli acquatici,anfibi e pesci,sono delle vere e proprio oasi naturali.


La Storia ad Muncravel 



Il nome di Moncrivello nei tempi Antichi fu scritto come Moncrvavellum o Monscaprarum o Moncaprellus o Montiscravellum,che significano tutti 'MONTE DELLE CAPRE' come lo ricorda lo stemma del paese.
Santuari e Chiese
La Chiesa Parrocchiale
Fù consacrata il 22 agosto 1858 e ricostruita a pianta greca sulle fondamenta di quella preesistente trecentesca sorge a fianco di bel campanile romanico con elementi rinascimentali,recentemente restaurato.
Il pavimento,spiegano le carte, era in pessimo stato a causa di buchi e rotture e poteva rappresentare pericolo e il degrado aveva sollevato le lamentele. Soparla del cattivo stato dei quadrettoni: il pavimento era costruito da piastrelle o più probabilmente,lastre di pietra.
Le tombe,sono quelle attigue alla chiesa,perchè appunto i cimiteri un tempo si trovoavano spesso accanto alle chiese.
Le carte dicono di una recinzione con dei parapetti,una cancellata, e una copertura.
Il campo santo si poteva trovare, o in corrispondenza dell'attuale sagrato,o al lato opposto o tutto attorno alla chiesa.
Il Campanile invece,alto 25 metri e possiede tre campane: quella più grande, il 'Campanone',pesa circa 5 quintali. C'era un campanaro.
Il parroco ha il titolo onorifico di 'MAZZARO' che deriva da : 'Parrochus Major' essendo la Chiesa di Moncrivello la 'MAJORATUS'. Custodisce veri tesori artistici:
-L'imponente Natività attribuita al Lanino e donata da Cesare De Majo primo marchese di Moncrivello.
-La Deposizione della Croce.
-Il Tattico della resurrezione di cristo con figure di Vescovi è attribuito al pannello di uno del Giovenone.
-Santa Maria Egiziaca sarebbe uno studio di Gaudenzio Ferrari per affresco della Chiesa di san Cristoforo.
Il santo che gli è stato affidato è Sant'Eusebio.
La festa di S.Eusebio di festeggia la prima domenica di Agosto.
Con grande festa al prabasso di Moncrivello con padiglione gastronomico,orchestre,giostre.






























 

Chiesa di San Francesco
Di origine quattrocentesca,fu sede della Confraternita di San Francesco, durata fino agli anni 60,in cui i membri portavano un saio bianco ed il flagello di disciplina durante le processioni.
E' in stile barocco con un unica navata ed un pregevole coro ligneo e degli affreschi.
Attualmente ospita il presepio meccanico,costruito su immagine di Mocrivello.


Chiesa di San Rocco
La chiesa dedicata a San Rocco venne edificata per Ex voto dopo una pestilenza che aveva colpito la popolazione verso il 600.
Si festeggia il 6 Agosto con i priori dl rione ed una massiccia partecipazione di tutta la popolazione: al pomeriggio si svolgono i giochi caratteristici :
-Albero della cuccagna
-Rottura delle pignatte
-Tiro alla fune
-Presa della mela nel tino pieno di acqua
-Corsa del sacco
Questi giochi sono coinvolgenti per tutti i bambini del paese e non solo.
Chiesa di Sant'Antonio
La chiesa venne costruita ne 1687 alla sommità della strada che porta al Trompone.
Non si hanno precise notizie dalla sua nascita.
E' stata ristrutturata del 1998 dagli abitanti del Rione
Si festeggia il 17 gennaio con la benedizione degli animali.
La Chiesa di San Cristoforo
E' la chiesa più antica,posta sulla ''RUA'' cioè la strada di Gallie ed edificata sul luogo di sosta dei pellegrini.
Qui sostò San Bernardo che si recava oltre le Alpi
Si festeggia il Martedì della festa patronale.
La Chiesa di San Sebastiano
La chiesa venne edificata verso il 1650 per un ex voto,dopo una pestilenza che aveva colpito gli animali.
Venne ricostruita nel 1913 in seguito ad un incendio.
Si Festeggia il 20 Gennaio.
Cappella di Navicelle
Alla Cascina di Navicelle ha ricordo dell'anno Mariano del 1954,venne eretta una cappella dedicata alla Madonna di Fatima.
Viene festeggiata la 2° domenica di Maggio.
Santuario di Miralta
Partendo da San Rocco,c'è una bellissima passeggiata al culmine della collina che tra i boschi di castagno e acacia porta alla Chiesa di Miralta,dedicata alla Madonna Assunta,meta di tante gite.
Da questa strada fiancheggiano 15 cappelle che raffigurano i misteri del santo Rosario.
Viene festeggiata il 15 di Agosto.

 

Santuario del Trompone
Correva l'anno 1559 quando l'anziana e malata Milianotta di Cigliano fu investita da una gran luce in cui apparve l'immagine della Madonna su un grosso tronco o 'TROMPONE' ed ella fu guarita dalle sue infermità.
Qui sorse il complesso del Santuario che comprende la Chiesa con la rotonda,il chiostro e due bei palazzi.
Attualmente è sede dei Silenziosi Operai Della Croce e attivo centro artigianale per disabili.
La struttura poco a poco si sta trasformando in un centro di riabilitazione e recupero funzionale.

 
 
 

CASTELLO
L'edificio monumentale romanico ,con caratteri quattrocenteschi,è difesio da una duplice cerchia di mura merlate con cammino di ronda.
Si trova in una bellissima posizione ,in vista dei castelli di Masino,Montalto Dora,Mazzè e Vische.
Presenta un nucleo centrale molto antico raccordato da due torri: il grande 'MASCHIO' trecentesco, quadrangolare,con caditoie e finestra della graziosa cornice di cotto,attraversato da un passo carraio a volta gotica, e la torre di ponente a pianta semicircolare,con i merli.
La 'BELLA TORRE DI VILLA MONCRIVELLO' faceva parte del castello.
L'edificio a due piani, comprende i saloni per manifestazioni e pianterreno e le scale sofrastanti,quasi tutti con soffitto a cassettoni e camino stile quattrocentesco.
Parlando di Castello,alle elementari le maestre ci raccontavano sempre una storia..una storia di una Regina..che abitava nel castello,anzi..adesso risulta ci sia il fantasma,il fantasma della Regina Vipera.
Approfondimento.
''La Regina Vipera fu giovane principessa che viveva nel castello,ben voluta dalla popolazione alla quale riservava ogni cura e attenzione,gentile,amabile,e di straordinaria bellezza,molto ammirata e incoraggiata dai giovani cavalieri.
Purtroppo il giorno delle nozze accadde su di lei una sciagura,forse con un morso di una vipera o di un filtro diabolico somministrato per invidia di sua bellezza e fama,si trasformò all'improvviso in un essere terrificante dagli occhi infossati,lividi con la bocca tutta contorta dai capelli rossi e con trecce simili a dei serpenti.
Venne poi rinchiusa nella torre,da quel giorno,nel castello,non si vide più un cenno di luce..tutto spento.
Il suo spettro si aggira ancora nel castello,dalla finestra verso la collina.

 

 














IERI E OGGI

''Una foto sbiadita,dai colori ingialliti per il passare degli anni;uno scorcio di vita che sembra tanto lontano;un angolo di paesaggio che si è trasformato fino ad essere per alcuni pressochè irriconoscibile. Basta poco per suscitare forti emozioni.''

Curiosità Gastronomiche
la cucina della zona ha radici nella tradizione contadina che si esprime con piatti dai sapori decisi preparati con ingredienti quasi sempre poveri.
La vicinanza di coltivazioni di riso nelle zone vicine del vercellese invita alla preparazione alla panissa,un risotto ricco di fagioli,cotiche,battuto di lardo e aromi.
Il maiale allevato dalla famiglia contadina viene utilizzato in ogni sua parte: con i tagli pregiati si fanno i salami in inverno,che vengono conservati sotto grasso;il sangue viene usato per le frittelle ed il sanguinaccio,e il grasso viene usato per fare le ciccioli (brisii).
Altri ingredienti sono i fagioli,usati per le fagiolate organizzate dal Pro Carnevale.
Altri piatti tipici sono: le acciughe al verde,la lingua in salsa rossa,i peperoni in bagna cauda.
E il fritto misto,che si usa cucinarlo nelle feste principali, insieme di ingredienti dolci come,mela in pastella,semolino dolce,amaretto..e ingredienti salati come bistecca inpanata,salsicci,cervella.
 
   



Manifestazioni
A Moncrivello ci sono un po di associazioni,che organizzano varie manifestazioni come per esempio:
-La Pro Loco Moncrivellese organizza la festa patronale di S.Eusebio,ad agosto oppure la castagnata a ottobre.
-Vita Tre, Festa dell'Assunzione (miralta)
-Comitato di S.Rocco organizzano la Festa di S.Rocco, i giochi per i bambini in piazza.
-Comitato Pro Carnevale organizzano la fagiolata e le frittelle con vin brulè e cioccolata calda a carnevale.
-Mooncravot, è un gruppo carnevalesco che partecipa nei vari carnevali della zona.

 

 -Polisportiva Moncrivellese,si occupa di tutti gli sport possibili da fare in compagnia e non,per stare insieme ai moncrivellesi.